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l’Associazione Proprietari che fornisce il timbro di conformità ai nostri contratti.
Creato il 31 Ottobre 2021
Modificato il 16 Giugno 2023

Tra le novità che sta introducendo Draghi, quelle che stanno maggiormente preoccupando i proprietari di immobili sono senza dubbio la riforma del catasto e l’innalzamento delle aliquote della cedolare secca sulle locazioni.

La riforma del catasto

Pur non essendo ancora divenuta legge, le indicazioni sono abbastanza chiare, e anche se l’aggiornamento delle rendite e il cambiamento dei criteri di calcolo di queste non porteranno nell’immediato a un innalzamento della tassazione, di fatto ciò accadrà tra qualche anno, a completamento delle operazioni di revisione degli estimi.
Da una parte, l’aspetto positivo della sempre annunciata riforma è la tendenza a voler puntare a una maggior equità fiscale, e quindi a categorizzare gli immobili per fasce di zona da ridefinire, per metratura e non più solo per vani, in modo da avvicinare i valori a quelli di mercato (perché un A/4 fuori dalle mura e un A/4 in Piazza del Nettuno della stessa metratura devono pagare le stesse imposte, se quando li vado a locare la loro redditività è ben diversa?)
Inoltre, esistono ancora circa un milione di case abusive che evadono IMU, IRPEF, TARI e che si spera vengano censite una volta per tutte, con l’occasione.
Dall’altra parte, è evidente che anche se Draghi ci ha assicurato che al momento la riforma non condurrà a nuove tasse, nel medio periodo lo scopo è proprio l’aggiornamento delle entrate attraverso tutto ciò che è collegato alle rendite catastali, cioè le imposte di registro, l’IMU, la TARI, l’IRPEF, le imposte di successione e sulle donazioni, la variazione dell’ISEE verso l’alto.
 

Le nuove aliquote della cedolare secca

Non è finita. Mentre tutti si stanno preoccupando per il catasto, la cui riforma si completerà solo nel 2026, l’attuale aliquota del 21% della cedolare secca verrà probabilmente adeguata a quella applicata ai redditi di capitale, ossia al 26%, anche se non nell'immediato (con la delega fiscale di maggio 2022 il pericolo è stato scongiurato) così come anche l'aliquota della cedolare secca al 10% sui contratti a canone concordato (che verrà portata al 15%), per conservare le proporzioni attuali, altrimenti nessuno più stipulerà un contratto 4+4.
 

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Daniela Baldini, agente immobiliare a Bologna.